venerdì 28 settembre 2012

NOI FESTEGGIAMO LO STESSO!


Il meteo per domenica prossima è migliorato, non sarà forse una super giornata ma abbiamo deciso di fare lo stesso la nostra festa. Gli spettacoli si possono fare dentro e ci organizzeremo per il buffet tra primo piano e dei gazebo all'esterno. Abbiamo voglia di fare la festa e non possiamo rimandarla, per cui: se dovesse piovere, tra stare in casa e venire al cacomela, scegliete il cacomela! 
Per info: ilcacomela@gmail.com  3206345096




giovedì 27 settembre 2012

MIA NONNA AVEVA FUTURO


Monologo teatrale di e con Vincenzo Di Maio
ore 15 presso la nostra sede, domenica 30 settembre

Questo spettacolo racconta la storia  di un episodio di vita e lavoro 
avvenuto a Camerano (AN) a partire dal 1919, quando centinaia di 
donne rimaste senza lavoro a causa della crisi post-bellica costituirono, 
con l'aiuto dei socialisti e del prete, due cooperative manifatturiere di 
busti e berretti. 
La storia è raccontata da un personaggio di oggi, il nipote di una storica 
operaia della cooperativa, precario, con un futuro dal fiato corto, che si 
confronta con la storia delle lavoratrici delle cooperative di busti e 
berretti, le quali nonostante le guerre e la vergogna del fascismo 
riuscirono a creare un lavoro rispettoso dei lavoratori, del territorio e del 
loro futuro. 
Questo spettacolo è dedicato a chi ha donato la vita perché il lavoro non 
fosse solo pane ma anche diritti e dignità, a chi oggi 
si vede negare diritti e tutele nel proprio lavoro. 

lunedì 24 settembre 2012

SPETTACOLO DI BURATTINI DI DOMENICA 30/09/12


CARRUBO E IL FIUME GIALLO
Spettacolo di Burattini sull’ambiente e le energie rinnovabili


Carrubo vive in una palafitta sul fiume Giallo in Cina. E’ amico di tutti gli abitanti del fiume: calabroni, rane, pesci, sirene e uccelli…E’ un burattino felice ma una mattina al suo risveglio scopre che il fiume è avvelenato dagli scarichi di una centrale elettrica. Carrubo lascia la sua palafitta incamminandosi verso la centrale per tentare di risolvere il problema ….
Realizzato con tecniche artigianali del teatro di figura, lo spettacolo sviluppa momenti di discussione e interazione con i piccoli spettatori, mirando a sviluppare la loro sensibilizzazione attraverso il linguaggio del teatro e del gioco, stimolando la proposizione di soluzioni reali e fantastiche per un uso consapevole delle risorse energetiche e a riflettere insieme sui pericoli legati all’inquinamento del Pianeta.

Rivolto a bambini dai 3-10 anni
Durata: 35-45 minuti

A cura di Teatrino Pellidò



ECCO LA SCUOLA CHE ABBIAMO VISITATO IN LUGLIO


In visita alla libera scuola democratica Kapriole


Sono le otto di un lunedì, quando entro allafreie demokratische Schule (libera scuola democratica) Kapriole. Mi appare subito particolarmente colorata e movimentata. È luglio, sono tutti scalzi per non sporcare la scuola con le scarpe e per sentirsi più liberi, nessuno si cura di me. Arrivo a quella che sembra l’aula insegnanti e mi presento: «Sono qui per una visita di due settimane perchè voglio conoscere cosa è e come funziona in pratica una scuola democratica. Il mio sogno è quello di fondarne una in Italia». Poco dopo arriva la persona che sarebbe stata il mio riferimento ed inizia a raccontare…
Bisogna già andare nella Grossraum (aula magna), che funge anche da palestra, per laVersammlung (assemblea) del lunedì. Le prime ore del lunedì infatti, sono dedicate alle comunicazioni. Ognuno può e deve comunicare combiamenti, progetti e tutto ciò che è di interesse comune. Insegnanti e ragazzi siedono insieme, i ragazzi più grandi fanno da moderatori, tutto scorre liscio anche se qualcuno dei più piccoli a volte fa rumore.
150 sono gli iscritti alla Kapriole; si inizia a 6 anni e si conclude tra i 16 e i 18 a seconda del diploma che si vuole ottenere (maturità professionale, tecnica o liceale). La sede è Friburgo, città verde per eccellenza molto attenta ai bambini, con il più alto numero di scuole Waldorf, Montessori e alternative della Germania. Nacque circa venti anni fa dalla forza di Eva, una madre che voleva una scuola diversa per i suoi figli. Le difficoltà sono state tante anche in parte dovute alla legislazione scolastica tedesca, ma con tenacia e perseveranza ora la scuola c’è e funziona.
Ora che lo Stato l’ha autorizzata parte del finanziamento della scuola dipende dai genitori e parte dallo Stato. Per la precisione gli insegnanti vengono pagati dallo Stato e il resto viene pagato dai genitori attraverso una retta mensile.
Finita l’assemblea è tempo per ognuno di tornare alle proprie occupazioni.
Qui non esiste un orario definito di materie e corsi, ma ci sono le Angebot, ovvero delle offerte, alcune con cadenza settimanale, altre no.
C’è una lavagna sulla quale vengono appese giorno per giorno le offerte divise in tre blocchi di un’ora e mezza ciascuno. I bambini che si presentano alle offerte hanno a disposizione un insegnante che li segue. Possono avere diverse età, infatti sono loro a decidere se e cosa seguire.
Se non vanno in classe hanno altre possibilità di impiegare il loro tempo: possono uscire nel parco fuori la scuola, rimanendo dentro a dei confini tracciati sulla cartina e decisi all’assemblea del giovedì di cui presto dirò, possono giocare nei corridoi o nei loro Nest (nidi), delle aule in cui si ritrovano ragazzi della stessa fascia d’età per stare tranquilli tra loro, o ancora leggere sdraiati su un divano o ascoltare al musica o… quello che li fa stare bene.
Sono piena di curiosità, mista a una sensazione stranissima. Dentro sempre più forte una voce mi dice: «Non è possibile che funzioni, non è possibile che un bambino di sei anni sappia ciò che vuole. Perché tutti questi ragazzi restano nel corridoio a non fare niente?» . Con questi ed altri pensieri simili entro nell’aula dedicata all’arte per l’ offerta di feltro, cioè un’attività creativa che a partire dalla lana grezza produce oggetti in feltro. Dopo poco arriva anche l’insegnante che nota come un gruppo di bambine sia già all’opera con degli acquarelli e così invece di interromperle e imporre l’attività prestabilita, si concentra su un bambino che era lì senza far nulla, per parlargli in tranquillità.
Infatti ogni insegnante si occupa all’incirca di dieci bambini in maniera particolare, una sorta di tutor che ne segue la crescita a tutto campo.
Vado oltre e seguo l’offerta di matematica dei più grandi. Ero particolarmente eccitata all’idea visto che matematica è la disciplina che insegno!
Che livello basso, sono indietro rispetto ai ragazzi delle scuole pubbliche italiane! Quanto tempo viene lasciato per ragionare! Ogni formula viene ricavata! Completamente diverso da quello a cui sono abituata. Come è difficile lasciare da parte i pregiudizi!
I giorni seguenti mi accorgo che osservando con calma, i ragazzi quello che imparano non lo scordano più, perché non imparano a memoria ma ne fanno esperienza.
L’edificio che ospita Kapriole è una specie di U; in un braccio ci sono le aule pensate per i più piccoli, spaziose con banchetti a isola e sempre anche uno spazio per giocare, dall’altra quelle per i più grandi, sempre con banchi a isola, ma meno spaziose. Ogni aula ha la sua caratteristica e un suo nome. Il tema è quello delle nazioni. Matematica era in Brasile! E in Brasile si faranno sempre attività matematico/scientifiche perché lì sono concentrati tutti gli strumenti didattici (molti ad ispirazione montessoriana) utili alla disciplina. In Spagna si fanno le lingue, in Tailandia teatro e così via.
Al centro della U si trova l’ingresso e la cucina e anche un ufficio che non ha nulla a che fare con la scuola.
Arriva presto l’ora di pranzo e mangio in cortile dato che il tempo lo permette insieme agli insegnanti, che come gli insegnanti di ogni scuola al mondo tra loro parlano di… scuola!
Kapriole è un’associazione fondata e retta dai genitori, non c’è nessun direttore, genitori e insegnanti si dividono i compiti.
I primi si impegnano ad investire novanta ore all’anno in lavori utili alla scuola. Si dividono in gruppi a seconda delle necessità ad esempio la cucina, lavoretti di restauro, la burocrazia, la finanza etc.
I secondi si occupano dell’aspetto pedagogico, ovvero decidono argomenti, modalità e tempi delle attività.
Molti di loro non hanno una formazione riconosciuta da insegnanti.
La scuola è autorizzata dallo Stato, ma non può far sostenere esami, quindi i ragazzi sostengono qualsiasi esame da privatisti presso una scuola pubblica di Friburgo.
La qualità degli insegnanti è garantita dal fatto che studenti e insegnanti già assunti osservano per due settimane il candidato o la candidata e insieme decidono se è giusto per la scuola. Gli studenti possono anche far licenziare un insegnante se in assemblea viene votato.
Ma la qualità in realtà è garantita dall’apertura e disponibilità degli insegnanti che si mettono in gioco e propongono la loro lezione.
Nessuno è obbligato ad andare. Se vedono che nessuno frequenta chiedono cosa non va e cercano di cambiare. Molti insegnanti prima hanno lavorato in una scuola pubblica e ciò che raccontano è che il loro modo di comunicare e di insegnare è migliorato tantissimo da quando lavorano alla Kapriole prorpio perchè non hanno un pubblico sicuro, costretto ad assecondarli per i voti.
Infatti non esistono valutazioni, nè verifiche per come le conosciamo noi!
Le lezioni avvengono sia in modo ultra convenzionale, frontale e asettico che in modo del tutto festoso allegro e disordinato, perché i ragazzi scelgono e ad alcuni piace la lezione frontale, mentre ad altri no! Ogni insegnante è totalmente libero di impostare la lezione come crede, non ci sono veramente limiti alla sperimentazione e al conservativismo lì.
Ad esempio una mattina cinque ragazze che da tempo si interessavano al body painting hanno chiesto se l’insegnante che si occupa di arte poteva organizzare un mini corso per loro, e così è stato. Per tutta la mattina, finiti i lavori, queste ragazze sono andate in giro in bikini completamente dipinte sul corpo. Nessuno a gridato allo scandalo o se ne è curato più di tanto, perchè ognuno è libero di esprimersi come vuole fino a che non disturba gli altri.
Nell’organizzazione della scuola di fondamentale importanza sono l’assemblea del giovedì e il comitato di giustizia.
Le prime due ore di ogni giovedì sono dedicate alla discussione e votazione delle regole che insegnanti e ragazzi si danno. Il primo giovedì della mia presenza a Friburgo Jakob, 6 anni, aveva sottoposto all’assemblea una mozione, ovvero abrogare la regola per cui se per tre volte si viene presi a non fare a modo i lavor di riassetto e pulizia che vanno fatti gli ultimi 10 minuti di ogni giorno, si devono passare due ore in cucina ad aiutare. Aveva motivato la sua critica sostenenzo che fosse una punizione eccessiva.
Allora Anton, 8 anni, gli ha fatto notare che in fondo se lui avesse sempre fatto il suo dovere non sarebbe mai andato incontro a quella punizione. Jakob un po’ perplesso ci ha pensato su e poi convinto ha ritirato la mozione.
Ogni persona presente all’assemblea ha diritto di voto e ogni voto, sia degli insegnanti che degli alunni, pesa alla stessa maniera.
Il comitato di giustizia è composto da tre mediatori ovvero tre ragazzi e un insegnante in qualità di osservatore, ogni tre settimane i ruoli ruotano tra tutti i partecipanti alla scuola.
Ogni persona nella scuola quando subisce un torto o comunque vuole segnalare qualcuno che non ha rispettato le leggi votate in assemblea, può descrivere su un foglio l’accaduto e segnalarlo al comitato di giustizia.
Martin, 11 anni, aveva fatto a pezzi la pistola che Michael, 6 anni, aveva costruito con le sue mani nell’officina del legno a scuola, e così erano davanti al comitato di giustizia che con serietà e pazienza ascoltava le loro motivazioni.
La richiesta di Michael era che la pistola fosse riparata. Martin con grande strafottenza ribatteva che gliene avrebbe costruita una nuova visto che la sua era così brutta. Il comitato ha cercato di far riflettere Martin sul valore affettivo che Michael attribuiva all’oggetto e dopo circa una mezz’ora di discussione Martin era in grado di percepire la differenza e di accettare la richiesta di Michael.
I più piccoli tendono ad abusare di questo strumento denunciando anche per cose che potrebbero essere risolte con l’aiuto di un adulto; le punizioni sono generalmente cose come pulire le finestre o non poter usare il computer per una settimana.
Ogni volta che viene trattato un caso viene segnato in un archivio così se un ragazzo è per così dire recidivo la punizione aumenta.
L’ultima sera sono stata invitata alla Elternabend cioè la riunione dei genitori, in cui si parlava del bilancio annuale e del finanziamento necessario.
Lars, 35 anni, genitore di due alunni e segretario part time della scuola, ha presentato la situazione informando che la quota necessaria a bambino era 180 euro al mese.
Sono poi passati alla così detta fase del cappello: ogni genitore scrive in maniera anonima su un foglietto quanto in coscienza e secondo le sue finanze è disposto a pagare, poi si fa il conto per vedere se si copre la quota totale necessaria e se non bastano i soldi proposti si ripete la procedura.
Spesso ci vogliono tre «turni di cappello» per arrivare alla somma necessaria. Questo processo assicura il senso di comunità, senza entrare nei conti privati delle famiglie.
Il progetto è comune, tutti ci credono e fanno quello che possono per sostenerlo. Le famiglie sono molto eterogenee, da nullatenenti a benestanti.
Il venerdì su richiesta delle bambine si fanno attività separate maschi/femmine e così mentre un gruppo fa un’uscita, l’altro rimane a scuola. Le bambine avevano bisogno di stare tra loro in quiete e in assemblea tempo addietro è stata votata questa regola.
Oltre alle offerte, quando un gruppo di ragazzi vuole imparare qualcosa può chiedere un corso su determinati argomenti. Ogni corso si dà delle regole come ad esempio la frequenza obligatoria per non far perdere tempo agli altri o obbligo di fare compiti e cose simili, ma sempre decise insieme. L’idea di base è che non esiste un programma da svolgere, ma un percorso da scoprire e gustare. Ognuno è libero di trovare la sua strada e non c’è una formazione di base in senso classico a cui fare riferimento.
Tutti alla fine sapranno leggere e far di conto, perchè sanno che serve per vivere.
Agli esami finali ottengono sempre buoni voti e usciti da scuola sanno quasi tutti cosa vogliono fare. Quello che tutti imparano di sicuro è saper sentire i propri bisogni, saper scegliere e avere responsabilità delle proprie scelte.
Non è facile per i genitori accettare di dare così tanta libertà ai proprio figli.
Robert ha deciso di mandare sia Lukas (13) che Paula (10) alla Kapriole e con semplici parole e senza troppa vergogna ha ammesso che quando a sette anni Lukas ancora non sapeva leggere spedito come i suoi coetanei che frequentavano la scuola pubblica, al ritorno da scuola gli imponeva degli esercizi di lettura, fino a che non si è reso conto di distruggere tutto il lavoro che Lukas faceva pieno di entusiasmo e felicità a scuola.
Con Paula era molto più tranquillo e rilassato forte dell’esperienza del figlio maggiore e non si è mai intromesso. Paula è una bambina con la quale non si può fare a meno di interagire considerandola alla pari, quando parla sa quello che dice e non ha vergogna a controbattere se un adulto le espone delle perplessità.
A Kapriole ho incontrato persone, felici, vive, con gli occhi brillanti, come non mi succedeva da tempo.

giovedì 20 settembre 2012

CORSO DI CUCITO

Volete smetterla di andare dalla 
nonna/mamma a farvi attaccare bottoni e farvi fare gli orli ai pantaloni?
Non avete più la nonna che ve lo fa :-( ? 
Possiamo imparare dai.
Non è mica solo un corso per donne, eh...

Poi se formiamo un bel gruppo passiamo alla fase avanzata a macchina.



sabato 15 settembre 2012

UN BELLA OCCASIONE SU PER I MONTI


...Non badare se io canto, la passione ce l'ho di dentro...
(frammento di canto dal repertorio delle mondine emiliane)





In Settembre e ottobre due attrici propongono a Zocca questo corso qui, noi speriamo molto che parta! iscrizioni entro il 
23/09/12
Ecco di cosa tratta:


L'obiettivo generale del laboratorio è di sperimentare ed esplorare insieme le possibilità espressive della nostra voce e del nostro corpo, attraverso gli strumenti dell'improvvisazione ritmica e del canto tradizionale.

Cantare in polifonia ci da la possibilità di accedere ad un ascolto sottile e di incontrare gli altri e lo spazio circostante in maniera non ordinaria, portandoci così in un ''territorio creativo''. Suonare con gli altri ci da, inoltre, la possibilità di sviluppare collettivamente capacità musicali e relazionali, e tramite l'improvvisazione ci educa al rispetto reciproco, all’ascolto attento di sé e degli altri.
Stimolati da un processo di apprendimento secondo la modalità orale, senza l'uso di spartiti quindi attraverso l'ascolto e l'imitazione, con l'aiuto di esercizi ed improvvisazioni fisiche e vocali che aiuteranno a preparare il nostro corpo a cantare e suonando strumenti a percussione, esploreremo differenti ritmiche e canti legati alla tradizione.
Indagheremo così timbri e ritmi (dai 4/4 a più complesse poliritmie), canti e sonorità di diversi paesi (tra cui Italia, Europa, Cuba, Asia centrale); ne osserveremo le specificità legate al luogo, alla funzione ed al contesto culturale in cui sono nati, ascoltando quali emozioni suscitano in noi e come possiamo darvi voce, come diceva la canterina Maria Grillini, ''con garbo e sentimento''.

Il laboratorio avrà la durata di 10 incontri, di cui 8 saranno incontri serali, con cadenza settimanale e 2 giornate intensive.

Per partecipare non sono richieste precedenti esperienze o competenze musicali.
Per il lavoro porta: abiti comodi per muoverti e calze calde (si lavora senza scarpe), una coperta ed una maglia calda.

Luogo:
Teatro SpazioPuntoCom, via del mercato 104, Zocca (MO)

Date e orari:
dal 1 ottobre 2012, al 30 novembre 2012,
lunedì 20.30-23 e due domeniche 10.30-17.30 (date da concordare insieme)

Costo:
95euro

Info ed iscrizioni:
entro il 23 settembre 2012, contattare Valentina vale_turrini@yahoo.it 


Il laboratorio ha bisogno di un gruppo minimo di 10 partecipanti per poter partire.
Per motivi organizzativi vi chiediamo gentilmente di confermare la vostra presenza entro queste date.
Grazie!



sabato 8 settembre 2012

LE SORTI DEL CACOMELA



Nei prossimi giorni sapremo meglio cosa ne sarà del Cacomela.
Stiamo aspettando che la nuova amministrazione del Parco dei sassi di Roccamalatina decida se sarà possibile cambiare il nostro contratto d'affitto da locazione di 2.000 euro all'anno a comodato d'uso gratuito.
Non siamo in grado di pagare l'affitto? No, purtroppo no... Arriviamo a pagare le spese, le bollette, l'assicurazione delle sede, l'affiliazione Uisp, ma non arriviamo neanche lontanamente ai 2.000 euro richiesti, 167 euro al mese.
Alla fine lo spaccio è in un posto splendido ma di poco passaggio, se non di domenica e nei festivi. Abbiamo provato durante la settimana a tenere aperto ma non passa nessuno, e da metà dicembre a fine marzo la neve e il freddo non aiutano l'utilizzo.
Le attività per la maggior parte sono partite, ci sono molti affezionati e sappiamo che occorre tempo, soprattutto in montagna, per rendere florido un progetto come il nostro, per questo noi vorremmo continuare, dargli tempo, darci tempo.
Per ora il nostro lavoro e il nostro tempo nel Cacomela è stato volontario.
Siamo disposte ad andare avanti così, ci teniamo, vorremmo davvero che diventasse un punto di riferimento sociale e culturale per il territorio, pensiamo inoltre che avere una sede in un luogo così speciale ed essere una associazione di donne siano i nostri punti forti.
Ma non possiamo pagare l'affitto di tasca nostra per fare volontariato. Non abbiamo proprio i soldi per farlo.
Per cui la nostra proposta alla Regione è stata: noi ci proviamo ancora, almeno un altro anno, assorbiamo alcune delle funzioni che aveva il centro parco Il fontanazzo a Pieve di Trebbio, che è chiuso da mesi (indicazioni turistiche, sentieri, mappe e cartine...), ma cambiamo il contratto con un comodato d'uso gratuito.
Sentiremo cosa avranno da dire. Poi diremo la nostra. Speriamo di essere capite, speriamo che capiscano il valore del progetto.
Nel frattempo dovremo pagare comunque i primi 1.000 euro di affitto di questo anno, per essere in regola.
E per questo, in occasione dell'anniversario della nostra apertura, faremo una festa, con delle belle cose da vedere e delle cose buone da mangiare. E se ci sostenete, se vi siamo abbastanza simpatiche, se volete venire a vedere cosa abbiamo fatto e cosa vorremmo fare, potrete farci una offerta.
Ci rendiamo conto che chiedere dei soldi ora fa un pò ridere. A noi ci fa anche un pò piangere :-), però così stanno le cose. Se paghiamo questi 1.000 euro rimaniamo attive, altrimenti niente sede.
E c'è poco da discutere.
Per cui se vi va di passare una giornata carina e poi di darci una mano, ottimo, sarebbe splendido, e vi beccate anche degli abbracci.






giovedì 6 settembre 2012

IL CACOMELA IN AUTUNNO COSA FA?




Ci aspettano dei corsi utili: cucito (anche per uomini eh?!), saponificazione e detersivi eco fai da te, telaio, panificazione con pasta madre, cucina/pane senza glutine, yoga all'aperto.

E poi segnatevi l'ultima domenica di settembre, il 30, perché festeggeremo il nostro primo compleanno con spettacoli per bimbi/e e adulti, accompagnandolo con buon cibo bio. 
Il parco in autunno è una meraviglia, passate a trovarci, le domeniche teniamo aperto!